giovedì 6 novembre 2008

S&tC -3x07- speciale elezioni 2008

E dunque e' successo. Quello che avevamo già visto, ma solo quando improbabili asteroidi, apocalittiche sciagure climatiche o orde di famelici alieni erano a punto di minacciare la terra e' realta. Il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti. C'e' da dire che era nell'aria, i sondaggi delle ultime settimane non lasciavano adito se non a sospetti di brogli colossali, unico modo per arginare la vittoria di Barack Hussein Obama II, vittoria che alla fine c'e' stata, e' stata una stravittoria, e questo forse era meno prevedibile. La serata di martedi 4 Novembre 2008 sara' ricordata per molto tempo e devo dire che e' stato per me uno dei momenti piu' belli di quest'anno, per essere qui a vivere in prima persona un evento storico. Non c'e' bisogno di raccontare come l'aria nella zona dove vivo (Washington Heights -ispanica-) o lavoro (Harlem -nera-) era veramente elettrica, per tutto il giorno, tra le code ininterrotte in scuole e chiese, si vedeva che la gente non aspettava altro che la chiusura dei seggi per iniziare la festa. La partita in verita’ era segnata dal principio, quando 21 mesi fa la campagna elettorale si era messa in moto era palese che per i repubblicani sarebbe stata davvero dura, troppo pesante e scomoda l'eredita di 8 anni di amministrazione Bush, per vincere Obama avrebbe dovuto essere dalla parte dell'elefante che invece in John McCain ha trovato un combattente (ma piu' pronto par gli anni azzurri che per lo studio ovale) che non e' riuscito a far credere agli americani di non essere la mera continuazione dello statuso quo. Belli entrambi i discorsi di vincitore e vinto. McCain ha ammesso i suoi errori, forse la scelta della controversa Sarah Palin come numero due (ma questa xe' giovane e il fresco dell’Alaska preserva, tra 4 o 8 anni ne sentiremo riparlare, non dubitate), forse le politiche economiche od estere, ma contro il giovine nero pieno di belle parole e speranze che si poteva fare di piu'? Ecco perche' molti dei repubblicani rimangono scettici proprio per la mancanza di esperienza in campo internazionale e non solo dell'ex-senatore dell'Illinois; non c’e’nulla da dire il tipo parla bene, infiamma le folle e come detto il discorso di accettazione al Grant park di Chicago e' stato ai limiti del lacrimoso, a tratti sembrava Giovanni Paolo II ad una giornata della gioventu’!!!
I primi risulatati hanno iniziato a sgorgare dalle 19 quando buona parte della costa est chiudeva i seggi, gia’ si vedeva che McCain non poteva sfangarla senza vincere almeno Ohio e Florida invece puntualmente caduti nel sacco democratico; Notevole la manbassa nel New England dove Obama ha vinto tutto (New Hampshire, Vermont, Maine, Massachussets, Connecticut e Rhode Island) e nel nord est dove si cuccava i primi pezzi grossi: Ohio come detto, ma anche Michigan e Wisconsin. Fino alle 20.30 McCain teneva grazie al Kentucky, Georgia, Tennessee e parte del sud roccaforte repubblicana ma poi con l’ondata dei risultati delle 21 tutto e’ cambiato. McCain teneva a fatica il Texas (unico grande stato andato ai repubblicani) e la striscia del mid-west Oklahoma, Kansas, Nebraska e le Dakote ma tutto il resto andava a Obama che prima che si chiudessero le votazioni sulla west coast gia’ aveva sfondato i 200 voti (su 270 necessari per vincere). Con le prime proiezioni di California, Washington e Oregon i giochi erano fatti e poco dopo le 23 McCain era gia’ sul palco nella sua Phoenix a pronunciare un composto e onorevole discorso di resa. Ha fallito nel attirare gli ispanici (strenuamente pro-Hillary prima) ma alla fine approdati da Obama che con promesse immigratorie diciamo flessibili si e’ portato via New Mexico, Nevada (e le lobby dei giocolieri d’azzardo) e ha battagliato con McCain fino all’ultimo nel suo stato natale, l’Arizona.
Detto degli sconfitti passiamo ai vincitori. Sicuramente artefici primari di una vittoria di questa portata sono stati i David direttori della Obama campaign Axelrod e Pluffe, capaci di mettere su una macchima da guerra devastante, con bombardamenti di telefonate, e-mail a tappeto finanche ad applicazioni create ad hoc per iPhone e compagnia, per la serie nulla e’ stato lasciato al caso. La stampa si e’ schierata in blocco con Obama dopo un inizio titubante, culminato con l’endorsement del New York Times. La televisione ha preso di mira un po’ tutti focalizzando di sicuro sulla satira (della splendida Tina Fey) contro Sarah Palin, ed ha avuto in Oprah Winfrey la grande mente. Ricordiamo che la indiscussa padrona della TV americana, gia’ era considerata tra le 10 donne piu’ influenti del mondo, unica miliardaria donna afroaemricana ed ora si ritrova ad essere anche colei che per prima ha spinto il giovane senatore a tentare il colpaccio, next stop? Direi Papessa. Tutto o quasi il mondo del cinema e della musica era compatto nel sostenere Obama e non da ultimo tutta la comunita’ accademica con credo solo un giornale universitario su piu’ di cento a favore di McCain che aea fine in tutto credo gavara’ tira’ su l’appoggio de un par de societa’ bocciofile e de ex-veterani de guera (di indipendenza probabilmente)...
E’ stata anche la guerra delle first ladies, anche qui ha prevalso la venere (ma anca no) nera Michelle Obama tutta indaffarata a far sapere di vestirsi negli outlet con strasse improponibili giusto per coltivare e cavalcare al meglio la figura di figlia del popolo, non vi inganni comunque questa avvocatessa laureata alla Princeton University e Harvard Law School, che no ghe manca certo el centesimo par rivar a fine mese. Dall’altro lato la psico-barbie milionaria Cindy McCain, rimasta sempre elegantemente nell’ombra probabilmente sotto antidepressivi.
E dunque da gennaio la casa BIANCA avrà il suo primo presidente NERO, calma amici juventini che già vi sfregate le mani a sentir parlare di tutto sto bianconero, il buon Barak è fedele fan dei Chicago White Sox da sempre e nulla più…
Concludiamo constatando come l’America abbia dato ieri una nuova lezione di integrazione dimostrandosi sempre pronta al cambiamento anche il più inaspettato, di questo passo il prossimo stop sarà una donna presidente, per poi passare alla donna-nera, alla transessuale-pentita-afroamericana, alla transessuale-pentita-afroamericana-disabile, fino ad una Barbarella aliena tanto per chiudere il cerchio storico e riportarci all’inizio, quando queste cose succedevano solo nei film!!!

Politica interna

Torniamo a noi, come qualcuno avrà notato abbiamo avuto seri problemi nei trascorsi due mesi per uscire in stampa, dovuti ad improrogabili impegni religiosi per trovare la maniera di esorcizzare i 666 demoni che abitano il corpo del mio professore. Dopo il fallimento di acqua benedetta, voodoo, santeria, ed affini non resta che rassegnarsi ad una blasfema convivenza, che non lascia molto spazio per null’altro al di fuori delle mura del lab… Nel mentre, in un momento di condivisibile tregua ad Halloween sono riuscito ad imbucarmi ad un party e a svuotare ed intagliare la mia prima zucca, no ve digo, co toki arancioni e semi fin ai zanoci però devo dire che una volta che hai finito e metti il lumino da cimitero dentro da anca soddisfassion…
Per il resto normale amministrazione, segnalo l’apparizione sul portone del condominio la settimana scorsa di una taglia “wanted” per un pluriomicida esule della giustizia che secondo il NYPD si nasconderebbe in uno dei tre condomini della mia strada… Appello: More, che no te salta el mato de vegnerte scondar casa mia che desso che go cavà el condissionator daea finestra ghe entro a mala pena mi nea stansa…

M

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